LA FORMAZIONE DEI TUTOR E DEI DOCENTI IN MG
Poiché la MG ha delle sue peculiarità e specificità, la metodologia d’insegnamento deve essere coerente ai contenuti prevalentemente pratici.
Ne consegue che l’insegnamento della Medicina Generale è sostanzialmente un insegnamento tutoriale.
L’insegnamento tutoriale della MG si differenzia dall’insegnamento accademico normalmente praticato nel corso di laurea per due aspetti:
1. nell’insegnamento tutoriale prima si fa e poi si discute. Vale a dire che entrato un paziente, tutor e tirocinante fanno qualcosa e poi, al termine, discutono su quello che si è fatto cercandone il senso, cioè l’insieme delle ragioni razionali, cliniche, emozionali, relazionali ecc. che lo hanno determinato. Nell’insegnamento accademico invece prima si apprende la teoria poi la si verifica nei fatti, vale a dire, per esempio, che prima si studia l’infarto, poi si vedono in corsia i vari tipi di infarto.
2. l’insegnamento accademico è paradigmatico, mentre quello tutoriale non può esserlo.
Il docente accademico offre un esempio da imitare in quanto aderente a un gold standard fissato dai fondamenti della propria disciplina. Il setting della Medicina Generale comporta una tale complessità di variabili per cui raramente esiste uno standard facilmente identificabile e il tutor nella maggior parte dei casi potrà solo dare l’esempio di un proprio modello operativo, che il tirocinante è libero di non accettare e di criticare.
È proprio questo rapporto di critica e giustificazione tra discente e docente che rende massimamente fruttuosa l’attività di tutoraggio. In questo senso l’insegnamento tutoriale ha carattere maieutico in quanto tende a sviluppare nel tirocinante la capacità di produrre un proprio modello operativo, non necessariamente identico a quello del tutor. Il tirocinante impara soprattutto la capacità di osservare e auto-osservarsi e di mantenere una costante attenzione critica al proprio agire.
Strumenti importanti a supporto del metodo tutoriale sono altre metodologie come
- la Medicina Narrativa,
- la tecnica del “Paziente simulato”,
- il supporto del “Paziente esperto”
- integrazione del sapere esperienziale del “paziente formatore”
che servono a far emergere le conoscenze di aspetti che non si apprendono con la descrizione del fenomeno, e non si trovano sui trattati di Medicina, ma nascono da rielaborazioni di situazioni e problematiche che vengono presentate dalle narrazioni, dai film, dai casi “simulati”, e in altre tecniche che saranno illustrate e commentate nel Manuale del docente (allegato)
Tutor non ci si improvvisa, si diventa:
per insegnare la MG agli studenti e ai medici, bisogna anche IMPARARE A INSEGNARE, è necessario anche imparare la metodologia e gli strumenti per insegnarla.
Per questo sono nati i “Corsi di base” per formare i MMG Tutor, e da questi, nel 2004, sono nati il “Manuale del Tutor” e il “Manuale dello studente” ora sostituiti dai manuali redatti dopo il master, che sono allegati.
La didattica tutoriale
Setting di tirocinio
Strumenti – griglie di osservazione
Valutazione dell’apprendimento